La cooperativa sociale “Al di là dei Sogni” onlus nasce da un gruppo di giovani professionisti che nel dicembre del 2004 sente forte l’esigenza di superare l’esercizio della cooperativa intesa solo come cooperativa di tipo “A” e quindi di servizi alla persona per spingersi nel mondo dell’ inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati e/o fragili quale strumento metodologico capace di ridare dignità alle persone e far realizzare loro dei veri e propri percorsi di integrazione ed inclusione (tipo “B”) . Nasce perciò come cooperativa mista, per perseguire da un lato lo sviluppo del benessere psico-fisico dal punto di vista socio-assistenziale e/o sanitario e dall’altro realizzare attività, servizi, che hanno come finalità prevalente l’inserimento formativo e lavorativo delle fasce svantaggiate. Questa duplice “anima” converge in un unico massimo comune denominatore e cioè la conce(A)zione che al centro degli interventi, sia di carattere assistenziale, riabilitativo, educativo, che di inserimento lavorativo, prima e al di là di ogni cosa, ci sia l’uomo e l’uomo nella sua comunità locale, con il suo vissuto, la sua storia, le sue (non) relazioni, le sue abilità, la sua “casa”; dove la “cura” si trasforma in “abitare la quotidianità” e l’ambiente, nelle sue dimensioni esistenziali di tempo, spazio, relazione, diventa “ambiente terapeutico globale”.
Questa “mission” si consolida nel 2009 con l’avvio della gestione di un bene confiscato alla camorra, con circa 17 ettari di terreno, sito a Maiano di Sessa A. (CE) e poi intitolato alla memoria della vittima innocente “Alberto Varone”. La cooperativa si propone, inoltre, come “organo di senso” del territorio, capace di captarne esigenze e bisogni e di trasformarli in attività e iniziative di sviluppo locale e di microeconomia sociale, attraverso la metodologia del lavoro di rete con altre organizzazioni e associazioni del territorio con cui si realizzano attività di promozione ludico-ricreativa, sportiva, educativa, sociale e progetti di promozione e valorizzazione delle nostre comunità e del nostro “milieu” locale. “Ci si prende cura delle persone solo prendendoci cura dei territori e nello stesso tempo i soggetti che animano un territorio diventano parte integrante del progetto riabilitativo della persona fragile”.
Il bene confiscato “Alberto Varone” è situato a Maiano di Sessa Aurunca, piccola frazione rurale del più esteso comune di Sessa Aurunca, nell’alto casertano, al confine proprio con la regione Lazio. Esso consta di circa 17 ettari di terreno e apparteneva al clan Moccia di Afragola che lo acquistò all’asta giudiziaria; nel 1991 arrivò il sequestro, nel 1994 la confisca, nel 1998 l’assegnazione al demanio del Comune di Sessa A. e solo nel 2008 affidato in comodato d’uso alla cooperativa sociale Al di là dei sogni. La sfida è stata quella di sviluppare e consolidare il suo riuso sociale e produttivo, concretizzando tutte quelle linee di sviluppo che, a partire dall’agricoltura, realizzano attività ad essa connesse e consentono di costruire percorsi inclusivi e/o di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Abbiamo sognato il bene confiscato come un progetto di sviluppo complessivo che anno dopo anno come pezzi di un puzzle ha preso forma e oggi è un agriturismo sociale, dotato di attività ristorativa e ricettiva con una proposta turistica responsabile e valoriale; è dotato di un impianto di trasformazione per conserve, sott’oli, confetture grazie al quale esaltiamo i prodotti della nostra terra, a km 0 e biologici; la realizzazione di una fattoria didattica e sociale ci consente di dedicarci da un lato all’educazione delle giovani generazioni sulle tematiche della sostenibilità, dell’ambiente, dell’alimentazione, della legalità, dall’altro di strutturare percorsi di autonomie e di inclusione per i soggetti più fragili e per le disabilità. Il bene confiscato è stato dedicato alla memoria di una vittima innocente del territorio, Alberto Varone, ucciso dal clan degli Esposito detto dei “muzzoni” di Sessa A. il 24 luglio del 1991. Fare memoria di Alberto Varone significa ridare dignità alla sua morte, essere pungolo sul territorio che per troppi anni ne ha obliato il ricordo.